«Parli come se fossi cieca anche tu, disse la ragazza dagli occhiali scuri, In un certo qual modo è vero, sono cieca della vostra cecità, potrei forse cominciare a veder meglio se fossimo più gente a vederci». Queste parole, tratte dal romanzo “Cecità” di José Saramago, potrebbero gettare luce su quanto sta avvenendo dopo che due bambini sono morti, entrambi perché “dimenticati” in auto dai rispettivi padri. Su quelle tragiche vicende, infatti, una catena di commenti simili, spezzata soltanto raramente da sprazzi controcorrente, ha agito come un contagio inarrestabile, diventando un minaccioso pensiero unico: “sarebbe potuto succedere a ognuno di noi”.
Dimenticanza, distrazione, black-out, torpore, fragilità e stress del vivere frenetico, sono le prime fallaci ipotesi, per poi arrivare a vere e proprie tesi deliranti: “monolite di 2001 Odissea nello spazio... senza nessun accesso interpretativo” (Mauro Covacich, Corriere della Sera), “mistero del dolore umano” (Sergio Givone, Messaggero), “paradosso dell'amore... che può accadere a tutti i papà e soprattutto ai papà più amorevoli” (Francesco Merlo, Repubblica), “isola di follia in agguato e dentro ognuno di noi” (Luigi Cancrini - psichiatra, Unità), “rimozione della presenza dei bambini a bordo... non sono meccanismi patologici” (Massimo Ammaniti – psichiatra, Repubblica). Potremmo continuare per pagine, citando i giornalisti, psicologi, medici, intellettuali e lettori-spettatori che si sono espressi sui due casi di cronaca, in un terribile tormentone di negazione della malattia mentale e della relativa scoperta di Massimo Fagioli della “pulsione di annullamento”, cioè di quella attività inconscia patologica che rende l'altro inesistente (come ben spiegano gli psichiatri Annelore Homberg su “Left” e Andrea Masini su “RaiNews”).
Cosa succede, allora? Chi ha contagiato e continua a contagiare l'opinione pubblica con l'idea sbagliata che potremmo tutti “dimenticare” un figlio fino a farlo morire? E' reale questo accanimento di solidarietà, comprensione, identificazione con quei padri (dopo che si è dato dell'assassino a un altro padre, perché voleva staccare il sondino a una figlia già morta) oppure è soltanto la delinquenza di chi non vuole far passare una idea diversa della natura umana? Come è possibile, anche quando una dinamica pulsionale malata si rende così evidente, che i guardiani di una cultura freudo-magico-religiosa, che ci vuole tutti pazzi e omicidi, peccatori e cattivi, continuino a volere ingannare tutti, a non permettere la conoscenza e la cura di reali patologie che possono ammalare un essere umano (altro che monolite spaziale!)?
Continua a sbalordirci questo incredibile, palese diktat culturale che mira soltanto a perpetuare una cultura della morte, dell'aldilà, dello spirito, del non-nato, del non-vivo... a impedire di pensare come “normali” i rapporti umani sani e creativi, dove un bambino non si “annulla”, dove una donna non si uccide, dove un immigrato non si lascia affogare... a voler rinchiuderci tutti irrimediabilmente nei castelli della cecità.