tag:blogger.com,1999:blog-41744108933847956492024-03-13T16:57:23.722+01:00PsychèpolisPsychèpolishttp://www.blogger.com/profile/05288038874532338361noreply@blogger.comBlogger14125tag:blogger.com,1999:blog-4174410893384795649.post-58766986921740754662011-06-03T13:00:00.005+02:002011-06-07T14:14:32.006+02:0014. Epidemia di "cecità" sulla malattia mentale<div style="font: 12.0px 'Times New Roman'; margin: 0.0px 0.0px 0.0px 0.0px; text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: small;">«Parli come se fossi cieca anche tu, disse la ragazza dagli occhiali scuri, In un certo qual modo è vero, sono cieca della vostra cecità, potrei forse cominciare a veder meglio se fossimo più gente a vederci». Queste parole, tratte dal romanzo “Cecità” di José Saramago, potrebbero gettare luce su quanto sta avvenendo dopo che due bambini sono morti, entrambi perché “dimenticati” in auto dai rispettivi padri. Su quelle tragiche vicende, infatti, una catena di commenti simili, spezzata soltanto raramente da sprazzi controcorrente, ha agito come un contagio inarrestabile, diventando un minaccioso pensiero unico: “sarebbe potuto succedere a ognuno di noi”.</span></span></div><div style="font: 12.0px 'Times New Roman'; margin: 0.0px 0.0px 0.0px 0.0px; min-height: 15.0px; text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: small;"><br />
</span></span></div><div style="font: 12.0px 'Times New Roman'; margin: 0.0px 0.0px 0.0px 0.0px; text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: small;">Dimenticanza, distrazione, black-out, torpore, fragilità e stress del vivere frenetico, sono le prime fallaci ipotesi, per poi arrivare a vere e proprie tesi deliranti: “monolite di 2001 Odissea nello spazio... senza nessun accesso interpretativo” (Mauro Covacich, Corriere della Sera), “mistero del dolore umano” (Sergio Givone, Messaggero), “paradosso dell'amore... che può accadere a tutti i papà e soprattutto ai papà più amorevoli” (Francesco Merlo, Repubblica), “isola di follia in agguato e dentro ognuno di noi” (Luigi Cancrini - psichiatra, Unità), “rimozione della presenza dei bambini a bordo... non sono meccanismi patologici” (Massimo Ammaniti – psichiatra, Repubblica). Potremmo continuare per pagine, citando i giornalisti, psicologi, medici, intellettuali e lettori-spettatori che si sono espressi sui due casi di cronaca, in un terribile tormentone di negazione della malattia mentale e della relativa scoperta di Massimo Fagioli della “pulsione di annullamento”, cioè di quella attività inconscia patologica che rende l'altro inesistente (come ben spiegano gli psichiatri Annelore Homberg su “Left” e Andrea Masini su “RaiNews”).</span></span></div><div style="font: 12.0px 'Times New Roman'; margin: 0.0px 0.0px 0.0px 0.0px; min-height: 15.0px; text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: small;"><br />
</span></span></div><div style="font: 12.0px 'Times New Roman'; margin: 0.0px 0.0px 0.0px 0.0px; text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: small;">Cosa succede, allora? Chi ha contagiato e continua a contagiare l'opinione pubblica con l'idea sbagliata che potremmo tutti “dimenticare” un figlio fino a farlo morire? E' reale questo accanimento di solidarietà, comprensione, identificazione con quei padri (dopo che si è dato dell'assassino a un altro padre, perché voleva staccare il sondino a una figlia già morta) oppure è soltanto la delinquenza di chi non vuole far passare una idea diversa della natura umana? Come è possibile, anche quando una dinamica pulsionale malata si rende così evidente, che i guardiani di una cultura freudo-magico-religiosa, che ci vuole tutti pazzi e omicidi, peccatori e cattivi, continuino a volere ingannare tutti, a non permettere la conoscenza e la cura di reali patologie che possono ammalare un essere umano (altro che monolite spaziale!)?</span></span></div><div style="font: 12.0px 'Times New Roman'; margin: 0.0px 0.0px 0.0px 0.0px; text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: small;">Continua a sbalordirci questo incredibile, palese diktat culturale che mira soltanto a perpetuare una cultura della morte, dell'aldilà, dello spirito, del non-nato, del non-vivo... a impedire di pensare come “normali” i rapporti umani sani e creativi, dove un bambino non si “annulla”, dove una donna non si uccide, dove un immigrato non si lascia affogare... a voler rinchiuderci tutti irrimediabilmente nei castelli della cecità.</span></span></div><div style="font: 12.0px 'Times New Roman'; margin: 0.0px 0.0px 0.0px 0.0px; text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: small;"><br />
</span></span></div><div style="font: 12.0px 'Times New Roman'; margin: 0.0px 0.0px 0.0px 0.0px; text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br />
</span></div>Psychèpolishttp://www.blogger.com/profile/05288038874532338361noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4174410893384795649.post-31169700223171153892011-04-11T09:08:00.000+02:002011-04-11T09:08:05.198+02:0013. L'identità irrazionale è il nuovo umanesimo<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span lang="it-IT"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Per una volta e insolitamente rispetto al suo stile, </span></span></span><span style="font-size: medium;"><span lang="it-IT"><i><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">la Repubblica - </span></i></span></span><span style="font-size: medium;"><span lang="it-IT"><span style="font-style: normal;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">il 2 aprile scorso - </span></span></span></span><span style="font-size: medium;"><span lang="it-IT"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">ci ha fornito un abbozzo di dibattito controcorrente: affidandosi a due pensatori del calibro di </span><b><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Edgar Morin</span></b><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"> e </span><b><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">David Brooks</span></b><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"> e sotto lo slogan “Puntate sul quoziente emotivo”, il giornale fondato da </span><b><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Scalfari</span></b><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"> sembra aprirsi ad una critica del razionalismo illuminista. Eppure, fingendo di minare un tabù della nostra civiltà, quello del dominio incontrastato della Ragione, in verità finisce per cementare ancora di più questo primato.</span></span></span></div><div lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br />
</span> </div><div lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">L'inizio è ingannevole. Per il francese Morin, una “visione riduttiva e semplicistica della razionalità è all'origine dell'odierna dittatura del calcolo, che il razionalismo occidentale considera una condizione necessaria e sufficiente per dominare la realtà”, conducendoci alla distruzione del nostro stesso pianeta. L'americano Brooks va anche più a fondo, parlando di “distorsione della nostra cultura, che esalta il razionale e il cosciente, ma resta nel vago sui processi in atto negli strati più profondi. Siamo bravissimi a parlare di cose materiali, ma quando si tratta di emozioni la nostra abilità viene meno”. Entrambi i filosofi, cioè, intuiscono l’urgente necessità di un cambiamento di paradigma della nostra civiltà, verso la riscoperta del “potere conoscitivo delle passioni e delle emozioni” (Morin) e di “qualità emotive”, “sintonia”, “simpatia” e “empatia”, come sottolinea Brooks, il quale arriva addirittura ad affermare che “la parte più importante della menta umana è quella inconscia”!</span></span></div><div lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br />
</span> </div><div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span lang="it-IT"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">I dolori arrivano quando i due propongono la loro ricetta per “curarsi” dalla razionalità, perché il rimedio pare più velenoso dell'avvelenamento e dimostra quanto la cultura occidentale resti sempre prigioniera dei suoi retaggi. Morin non solo ripesca l'Illuminismo, che è il principale adoratore della dea Ragione, sebbene lo condisca in una sentimentale salsa romantica e rousseaviana, ma persino auspica “un'altra razionalità, aperta e autocritica”... Brooks che, al contrario, sa distanziarsi dalla visione illuministica perché responsabile </span></span></span><span style="font-size: medium;"><span lang="it-IT"><i><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">in primis</span></i></span></span><span style="font-size: medium;"><span lang="it-IT"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"> di una “concezione amputata della natura umana”, tuttavia ricade con tutte le scarpe nei due imbrogli, rispettivamente millenario e centenario, della religione cattolica e di quella freudiana. </span></span></span><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"> </span></div><div lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br />
</span> </div><div lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Drammaticamente sintomatico che dai testi di entrambi i pensatori sia assente la parola “sogno”, cioè un riferimento a quel terzo di vita che ciascuno di noi trascorre nella dimensione non cosciente. Che è “pensiero per immagini”... Come si fa a contrastare una Ragione onnivora e distruttiva, senza una ricerca sul pensiero irrazionale? Come si fa ad auspicare un nuovo umanesimo, senza includere quella parte fondamentale che non è veglia, linguaggio articolato, comportamento? Ineludibile, in tal senso, quanto sostenuto dallo psichiatra </span><b><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Massimo Fagioli</span></b><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">: “E' necessario, per pensare e sapere la realtà del pensiero senza coscienza, rifiutare il metodo razionale che ha fatto la conoscenza della realtà materiale. E’ necessario scoprire e realizzare l’identità irrazionale che è soltanto dell’essere umano” (M. Fagioli, </span><i><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Il Pensiero Nuovo</span></i><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">, Ed. L'Asino d'oro 2011).</span></span></div><div lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br />
</span> </div><div lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Ci vuole un salto di pensiero, appunto. Che non taccia più la verità della realtà della mente umana che è “capacità di immaginare”. Per un nuoto libero, in acque davvero limpide e nuove, che non si lasci avviluppare dalle alghe dell'alleanza mostruosa tra alienazione religiosa e razionalità, occorre recepire finalmente la Teoria della nascita fagioliana secondo cui l'essere umano è sano di mente dal primo istante della sua venuta alla luce. Ed è in rapporto con gli altri sin dall'inizio della sua vita: un interumanesimo naturale del genere umano alla nascita. Ricreando di volta in volta quella sanità originaria, si può quindi pensare e avere fiducia in un rapporto nonviolento tra esseri umani, fondato su desiderio investimento interesse per l'altro e sulla reciproca realizzazione di un'identità creativa, che è soltanto umana.</span></span></div><div lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">La vera sfida del secolo è rifondare l'umanesimo sull'identità irrazionale dell'essere umano.</span></span></div><div lang="it-IT" style="margin-bottom: 0cm; text-align: left;"><br />
</div><div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;"> </div>Psychèpolishttp://www.blogger.com/profile/05288038874532338361noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4174410893384795649.post-8498079373025874602011-02-13T11:19:00.003+01:002012-03-06T14:33:57.780+01:0012. "Se non ora, quando?" Ogni giorno!<div style="font: normal normal normal 12px/normal Helvetica; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: small;">Oggi scendiamo in piazza, insieme a tanti altri uomini e donne, ma l'ultima delle nostre motivazioni è il "bunga bunga" di Berlusconi.</span></span></div><div style="font: normal normal normal 12px/normal Helvetica; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: small;">La prima, reale, secolare, irrisolta motivazione, che ogni giorno suscita la nostra ribellione, è la diffusa quotidiana invisibile violenza psichica e fisica contro la donna, ovunque nel mondo e in Italia.</span></span></div><div style="font: normal normal normal 12px/normal Helvetica; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: small;"><br />
</span></span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: small;">Ecco una lista sicuramente non esaustiva delle donne per cui verrebbe da manifestare ogni giorno:</span></span></div><div style="font: normal normal normal 12px/normal Helvetica; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: small;">per la donna violentata dalla pazzia maschile, nell'indifferenza dei passanti;</span></span></div><div style="font: normal normal normal 12px/normal Helvetica; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: small;">per la ragazza che ha paura di notte a tornare a casa da sola;</span></span></div><div style="font: normal normal normal 12px/normal Helvetica; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: small;">per la moglie o figlia ammazzata da suo marito o padre, perché da sempre considerata una sua proprietà;</span></span></div><div style="font: normal normal normal 12px/normal Helvetica; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: small;">per la prostituta nigeriana, vittima della tratta e dell'ipocrisia del "padre di famiglia" che la cerca tra i cespugli del lungomare;</span></span></div><div style="font: normal normal normal 12px/normal Helvetica; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: small;">per la ragazza dell'Est, senza nome, ignota e a volte trovata morta in un bosco; </span></span></div><div style="font: normal normal normal 12px/normal Helvetica; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: small;">per la badante che pulisce, senza diritti né cittadinanza, i culi dei nostri vecchi;</span></span></div><div style="font: normal normal normal 12px/normal Helvetica; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: small;">per la lavoratrice sottostimata, mal pagata e derubata della sua carriera;</span></span></div><div style="font: normal normal normal 12px/normal Helvetica; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: small;">per la donna incinta senza volerlo, che decida di abortire e che si trovi di fronte il muro cattolico e violento di un medico "obiettore di coscienza";</span></span></div><div style="font: normal normal normal 12px/normal Helvetica; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: small;">per la ragazza cui il farmacista nega un diritto, non consegnandole la pillola del giorno dopo, né quella del giorno prima;</span></span></div><div style="font: normal normal normal 12px/normal Helvetica; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: small;">per la bambina mutilata dei suoi organi genitali e del piacere sessuale, prima ancora di avere l'età di ribellarsi ad una malata "tradizione" della comunità;</span></span></div><div style="font: normal normal normal 12px/normal Helvetica; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: small;">per l'africana che ha rischiato il mare e le dittature e i militari e le carceri e che, non appena approdata, viene chiamata "clandestina" e rimpatriata verso l'orrore;</span></span></div><div style="font: normal normal normal 12px/normal Helvetica; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: small;">per la ragazza molestata sul lavoro dal suo capo-padrone, in strada da un qualunque sconosciuto, nel negozio dal venditore;</span></span></div><div style="font: normal normal normal 12px/normal Helvetica; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: small;">per la donna che nel traffico, ogni giorno, qualunque maschio si sente nel diritto incontrastato di lanciarle un "bella, dove ti porto?" quando non un "mignotta!", soltanto perché quel giorno è allegra e, per festeggiare la primavera, ha scelto la minigonna;</span></span></div><div style="font: normal normal normal 12px/normal Helvetica; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: small;">per la donna sola, ritenuta più "facile" preda e abbordabile; </span></span></div><div style="font: normal normal normal 12px/normal Helvetica; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: small;">per la minorenne, filippina, brasiliana, thailandese, ecc. vittima dell'ignobile "turista" occidentale;</span></span></div><div style="font: normal normal normal 12px/normal Helvetica; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: small;">per la donna che non ha la possibilità di accedere alla fecondazione assistita;</span></span></div><div style="font: normal normal normal 12px/normal Helvetica; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: small;">per la bambina che si fidava del parroco… pedofilo.</span></span></div><div style="font: normal normal normal 12px/normal Helvetica; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; min-height: 14px; text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: small;"><br />
</span></span></div><div style="font: normal normal normal 12px/normal Helvetica; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: small;">Perché non è a partire da questi ultimi vent'anni che la donna è vista come un oggetto, ma è un millenario annullamento di Stati e Chiesa, filosofi e politici, che hanno teorizzato l'inferiorità della donna. I berluschini di oggi sono soltanto gli epigoni, gli "utilizzatori finali" di una storia culturale dalle radici antichissime, segnata dalla violenza psichica e fisica contro la donna, per cui una schizofrenica gelosia diventava "delitto d'onore", l'abuso di una figlia normale è esercizio della "patria potestà", il battesimo e il catechismo sarebbero l'estirpazione del diavolo dal corpo e dalla mente di una giovane innocente… Mentre manca oggi, ancora vistosamente, in Italia quella "dignità" che in realtà si chiama libertà incontrastata della donna di parlare, esprimersi, andare in bicicletta, vestirsi come le piace, prendere il sole in spiaggia, vivere la propria identità profonda, amare. </span></span></div><div style="font: normal normal normal 12px/normal Helvetica; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: small;">Sempre destinata a soccombere ad una cultura monosessuale…</span></span></div><div style="font: normal normal normal 12px/normal Helvetica; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; min-height: 14px; text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: small;"><br />
</span></span></div><div style="font: normal normal normal 12px/normal Helvetica; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: small;">Ma oggi, finalmente, sembra risvegliarsi l'eterna immagine della donna ribelle che afferma il rifiuto di quella condizione storica e la propria identità-vitalità rivoluzionaria. </span></span></div><div style="font: normal normal normal 12px/normal Helvetica; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: small;">Queste piazze devono essere, non mera fisicità, ma riscatto della psiche libera e certezza della possibilità di trasformazione, per ridare linfa a questo Paese malato e addormentato. </span></span></div><div style="font: normal normal normal 12px/normal Helvetica; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: small;">E aprire un nuovo capitolo di rapporti uomo-donna sani e irrazionali: interumanesimo nonviolento che sia fantasia, creatività, realizzazione di identità umana.</span></span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: small;"><br />
</span></span></div><div style="font: normal normal normal 12px/normal Helvetica; margin-bottom: 0px; margin-left: 0px; margin-right: 0px; margin-top: 0px; text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: small;"><b>Flore Murard-Yovanovitch e Paolo Izzo</b> </span></span></div>Psychèpolishttp://www.blogger.com/profile/05288038874532338361noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-4174410893384795649.post-38132577739206107002010-12-13T19:40:00.002+01:002010-12-13T20:53:36.495+01:0011. Il desiderio è nell'interumanesimo<div style="text-align: justify;"><i><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"> Psiché</span></i><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"> sta finalmente entrando a pieno titolo nel dibattito sulla </span><i><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Polis</span></i><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">. E’ quanto emerge anche dal 44esimo rapporto del Censis, che quest’anno elabora una diagnosi sullo stato di salute psichica del nostro Paese, cercando di individuare quali siano le cause profonde del malessere che tutti sentiamo avanzare. Il suo presidente, il sociologo </span><b><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Giuseppe De Rita</span></b><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">, già dal titolo della sua relazione, evidenzia che quello italiano è "un inconscio collettivo senza più legge, né desiderio": perché siamo una società “troppo appagata e appiattita”, “pericolosamente segnata dal vuoto" che va verso "un ciclo segnato dall'annullamento e dalla nirvanizzazione degli interessi e dei conflitti". Lascia intendere, De Rita, che non basta più la sola Ragione, pur se accompagnata da Economia e Sociologia, a spiegare questa dinamica di deriva socio-culturale. Riflessione necessaria quanto attesa, visti anche i numerosi commenti sui quotidiani, come quello di </span><b><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Ida Dominijanni</span></b><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"> su </span><i><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">il manifesto</span></i><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"> del 4 dicembre: “Siamo paralizzati da qualcosa di più profondo che la contabilità economica o un trend che va storto: un grumo inconscio che annoda il rapporto tra desiderio e legge". O </span><b><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Benedetta Tobagi</span></b><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"> che, su </span><i><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">la Repubblica</span></i><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"> dello stesso giorno, rileva giustamente che “il cambiamento dovrà partire necessariamente da dentro di noi”. </span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br />
</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Va bene che finalmente si guardi in faccia una realtà asfittica avvalendosi di strumenti umanistici e non meramente economico-elettorali, a patto però che non si scivoli nella solita falsa e nociva rappresentazione catto-freudiana di una società moderna “senza freni” dove, per essersi "eclissati l’Edipo e il padre", saremmo preda di una “onda di pulsioni sregolate” (quella presunta "sregolazione pulsionale", dello psicanalista lacaniano </span><b><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Massimo Recalcati</span></b><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">, da cui il Censis si fa ispirare per il suo rapporto). Analisi, questa, con cui possiamo solo dissentire: la questione non essendo la libertà sfrenata o la fine delle autorità, ma semmai la violenza distruttiva dei rapporti e la malattia mentale sempre più "incurantemente" diffusa, che sono le uniche variabili a determinare “frantumazione, vuoto, immobilità, violenza" e altri sintomi. Il rapporto Censis propone però un invito stimolante e nuovo quando dice che occorre un rilancio del desiderio: “tornare a desiderare è la virtù civile necessaria per riattivare la dinamica di una società troppo appagata e appiattita”, scrive ancora De Rita. Sì, ma chiediamo al sociologo: cos’è il desiderio? Sembra quasi che egli lo ritenga una virtù astratta "degli" esseri umani che prescinde dalla dinamica "tra" esseri umani, e in special modo tra donna e uomo...</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br />
</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">E' proprio il rapporto interumano che si sta modificando nella società odierna e che il Censis nemmeno menziona, se non in negativo: quel necessario rapporto creativo, irrazionale, libero "tra" esseri umani di cui parla </span><b><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Massimo Fagioli</span></b><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"> nella sua Teoria della nascita (eccola, la Teoria!) e in tanti suoi scritti. Bisogna andare oltre anche il bel titolo della Tobagi su </span><i><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Repubblica</span></i><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">, “Nuovo Umanesimo antidoto al vuoto”, perché un umanesimo anche nuovo, da solo, ancora non basta. Dobbiamo allora pensare che il vero antidoto stia in un ”Interumanesimo”: parola-idea-speranza che, sulla scorta della Teoria fagioliana, avevamo già coniato un anno fa (</span><i><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">l’Unità</span></i><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">, 27.08.09) con l'obiettivo di congiungere umanesimo e rapporti umani. Per puntare seriamente alla ricostruzione di una società davvero nonviolenta, per ritrovare vitalità e fantasia collettive. Perché - scrivevamo - è "sul terreno della diversità – all’interno dei rapporti interumani – e nel confronto, non certo nell’isolamento delle identità, che va cercato il seme di quell’agire comune che è così drammaticamente assente in questo Paese autoritario e incanalato in modelli unici. Conservatore e clericale; dove vigono immobilismo e rassegnazione, carenza di vitalità e di fantasia. Dove una società sempre più virtuale e anaffettiva accetta come 'normale' una forma di lenta ma crescente disumanizzazione. Quando non si è più capaci di tracciare i limiti tra che cos’è l’umano e cosa non lo sia, è chiaro che diventa improbabile o insensato pensare e fare politica; e riuscire a dissentire. E ribellarsi per trasformare il presente".</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br />
</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Questa rivoluzione-desiderio delle donne e degli uomini noi la chiamiamo “Interumanesimo".</span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br />
</span></div>Psychèpolishttp://www.blogger.com/profile/05288038874532338361noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4174410893384795649.post-50726389883548708312010-12-09T15:08:00.001+01:002010-12-09T15:08:50.199+01:0010. L'ingiusta distanza<div style="-webkit-border-horizontal-spacing: 2px; -webkit-border-vertical-spacing: 2px; border-collapse: collapse; color: #333333; float: none; font-family: Geneva, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12px; font-weight: normal; line-height: normal; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; text-align: justify; text-indent: 6px; word-spacing: 0em;"><span style="font-size: 10pt;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Si chiama “percezione delirante”. Prima ancora che fosse svolta un’indagine approfondita, il responsabile della scomparsa di </span><b><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Yara Gambirasio</span></b><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"> era già stato individuato: un operaio marocchino. Per 24 ore, da nord a sud, dai giornalisti alla gente comune, si è voluto credere o far credere che un immigrato fosse il colpevole perfetto. Percezione rivelatasi… delirante.</span></span></div><div style="-webkit-border-horizontal-spacing: 2px; -webkit-border-vertical-spacing: 2px; border-collapse: collapse; color: #333333; float: none; font-size: 12px; font-weight: normal; line-height: normal; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; text-align: justify; text-indent: 6px; word-spacing: 0em;"><span style="font-size: 10pt;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Non si può accantonare con leggerezza la gravità di una reazione che, oltre a confermare ancora una volta la </span><b><span class="Apple-style-span" style="font-weight: normal;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">xenofobia dilagante</span></span><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"> </span></b><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">nel nostro Paese, denota una deformazione della mente di alcuni italiani, secondo cui la pelle scura è diventata facile sinonimo di delinquenza.</span></span></div><div style="-webkit-border-horizontal-spacing: 2px; -webkit-border-vertical-spacing: 2px; border-collapse: collapse; color: #333333; float: none; font-size: 12px; font-weight: normal; line-height: normal; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; text-align: justify; text-indent: 6px; word-spacing: 0em;"><span style="font-size: 10pt;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Ed è l’ampiezza delle dimostrazioni, dagli striscioni alle dichiarazioni mediatiche, al linciaggio prima di tutto simbolico, che dovrebbe farci fermare a riflettere e, almeno, a chiedere scusa a</span><b><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"> Mohamed Fikri</span></b><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">. Scuse ufficiali, pubbliche, per aver invaso e denigrato la sua vita, con il solito glossario preconfezionato di aggettivi-pregiudizi (il Messaggero è arrivato a usare la parola “randagio”, come per un cane) che accompagna il sostantivo “immigrato”.</span></span></div><div style="-webkit-border-horizontal-spacing: 2px; -webkit-border-vertical-spacing: 2px; border-collapse: collapse; color: #333333; float: none; font-family: Geneva, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12px; font-weight: normal; line-height: normal; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; text-align: justify; text-indent: 6px; word-spacing: 0em;"><span style="font-size: 10pt;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">E torna in mente il bellissimo film </span><b><span class="Apple-style-span" style="font-weight: normal;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">“La giusta distanza”</span></span><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"> </span></b><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">(2007) di </span><b><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Carlo Mazzacurati</span></b><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">, che con le immagini già anticipava questa preoccupante dinamica psico-sociale: anche lì, un uomo tunisino era ingiustamente accusato e imprigionato per la morte di una giovane italiana, allorché il vero colpevole era un altro italiano. </span></span><span class="Apple-style-span" style="font-size: 13px;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Tuttavia, il tunisino innamorato che aveva ballato la sua diversità sulla piazza del paesino di adozione, diventato conveniente capro espiatorio, finiva per</span><b><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"> </span><span class="Apple-style-span" style="font-weight: normal;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">suicidarsi in carcere:</span></span></b><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"> perché la donna che amava era morta. Perché non era stato lui a ucciderla.</span></span></div><div style="-webkit-border-horizontal-spacing: 2px; -webkit-border-vertical-spacing: 2px; border-collapse: collapse; color: #333333; float: none; font-family: Geneva, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12px; font-weight: normal; line-height: normal; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; text-align: justify; text-indent: 6px; word-spacing: 0em;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: arial, helvetica, sans-serif; font-size: 13px;"><br />
</span></div>Psychèpolishttp://www.blogger.com/profile/05288038874532338361noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4174410893384795649.post-37663870508488413502010-11-17T22:36:00.001+01:002010-11-23T19:36:54.559+01:009. Se una notte d'inverno uno psichiatra...<div style="-webkit-border-horizontal-spacing: 2px; -webkit-border-vertical-spacing: 2px; border-collapse: collapse; color: #333333; float: none; font-family: Geneva, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12px; font-weight: normal; line-height: normal; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; text-align: justify; text-indent: 6px; word-spacing: 0em;"><span style="font-family: arial, helvetica, sans-serif; font-size: 10pt;"></span><span style="font-size: 10pt;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Non vorremmo incontrare di notte, in una strada buia, fredda e isolata, lo psichiatra </span><b><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Vittorino Andreoli.</span></b><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"> Non tanto per l’inquietante foggia tricologica che ha contribuito a renderlo popolare (televisivamente parlando). Quanto per ciò che ha scritto il 15 novembre scorso sul Corriere della Sera: "Siamo circondati da nemici e sono pronti a ucciderci, per un nonnulla, per una banalità... Schegge di violenza che possono colpire chiunque... Una violenza pulsionale, come se l’uomo avesse perso i freni inibitori”.</span></span></div><div style="-webkit-border-horizontal-spacing: 2px; -webkit-border-vertical-spacing: 2px; border-collapse: collapse; color: #333333; float: none; font-size: 12px; font-weight: normal; line-height: normal; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; text-align: justify; text-indent: 6px; word-spacing: 0em;"><span style="font-size: 10pt;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"> Arrivando persino a teorizzare: “E' in corso una metamorfosi antropologica e si profila un uomo pulsionale, istintivo e selvaggio, senza più il senso di colpa... C’è in ciascuno di noi </span><b><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span class="Apple-style-span" style="font-weight: normal;">un serbatoio di frustrazione</span> </span></b><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">che può fare una strage...".</span></span></div><div style="-webkit-border-horizontal-spacing: 2px; -webkit-border-vertical-spacing: 2px; border-collapse: collapse; color: #333333; float: none; font-size: 12px; font-weight: normal; line-height: normal; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; text-align: justify; text-indent: 6px; word-spacing: 0em;"><span style="font-size: 10pt;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Dunque, saremmo circondati. Dal Male che ribolle in persone-pentole pronte a esplodere per un nonnulla. Tutti potenzialmente assassini incontinenti, perché tutti “lupi-pazzi”, come millenariamente martellano i detentori della vulgata ufficiale. Ma quello che è ancora più grave, nell'allarme dello psichiatra, è che egli non riesce proprio a pronunciare le parole "</span><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">malattia mentale</span><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">".</span></span></div><div style="-webkit-border-horizontal-spacing: 2px; -webkit-border-vertical-spacing: 2px; border-collapse: collapse; color: #333333; float: none; font-size: 12px; font-weight: normal; line-height: normal; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; text-align: justify; text-indent: 6px; word-spacing: 0em;"><span style="font-size: 10pt;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Solito discorso: siamo originariamente pazzi e peccatori e se non agiamo </span><b><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span class="Apple-style-span" style="font-weight: normal;">la nostra peccatrice pazzia</span> </span></b><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">è soltanto grazie a presunti "freni inibitori" e al “senso di colpa”, imposti dall’alto di società e chiese. Ergo: più sicurezza, più controllo, nessuna libertà, altrimenti ci scanniamo! E perché non posizionare un esorcista agli angoli di tutte le strade?</span></span></div><div style="-webkit-border-horizontal-spacing: 2px; -webkit-border-vertical-spacing: 2px; border-collapse: collapse; color: #333333; float: none; font-size: 12px; font-weight: normal; line-height: normal; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; text-align: justify; text-indent: 6px; word-spacing: 0em;"><span style="font-size: 10pt;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Una cosa Andreoli è costretto ad ammetterla, con una sentenza che evidentemente lo riguarda: "La psichiatria, che era la disciplina che si occupava di comportamenti sani e malati e che si proponeva di curare chi si comportava in maniera pericolosa, è</span><b><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"> <span class="Apple-style-span" style="font-weight: normal;">confusa"</span></span></b><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">. Ce ne siamo accorti, caro professore.</span></span></div><div style="-webkit-border-horizontal-spacing: 2px; -webkit-border-vertical-spacing: 2px; border-collapse: collapse; color: #333333; float: none; font-size: 12px; font-weight: normal; line-height: normal; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; text-align: justify; text-indent: 6px; word-spacing: 0em;"><span style="font-size: 10pt;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Ma non pensavamo, con il nostro inguaribile ottimismo della Nascita, di dover guardarci le spalle anche dagli specialisti, da cui ci aspettiamo semmai di ricevere analisi concrete di ciò che accade, non ulteriori </span><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">deliri catto-hobbesiani-freudiani</span><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">.</span></span></div><div style="-webkit-border-horizontal-spacing: 2px; -webkit-border-vertical-spacing: 2px; border-collapse: collapse; color: #333333; float: none; font-size: 12px; font-weight: normal; line-height: normal; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; text-align: justify; text-indent: 6px; word-spacing: 0em;"><span style="font-size: 10pt;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br />
</span></span></div>Psychèpolishttp://www.blogger.com/profile/05288038874532338361noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4174410893384795649.post-3258152168932004012010-11-06T19:12:00.002+01:002010-11-23T19:16:31.548+01:008. Depressione politica<span class="Apple-style-span" style="-webkit-border-horizontal-spacing: 2px; -webkit-border-vertical-spacing: 2px; border-collapse: collapse; color: #333333; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 13px;"><span style="color: black; font-family: arial, helvetica, sans-serif; font-size: 10pt;"></span></span><br />
<div style="color: #333333; float: none; font-size: 12px; font-weight: normal; line-height: normal; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; text-align: justify; text-indent: 6px; word-spacing: 0em;"><span style="color: black; font-size: 10pt;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Già da qualche giorno, un quesito che il lettore </span><b><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Paolo Baruffaldi</span></b><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"> ha rivolto a "</span><i><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">la Repubblica</span></i><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">" sui nessi tra depressione e clima politico-culturale, ci risuona nel profondo. È la rubrica delle lettere ai giornali che spesso diventa antica Agorà, fucina di idee, luogo di sincerità (tanto che talvolta vi ricorriamo anche noi...).</span></span></div><div style="-webkit-border-horizontal-spacing: 2px; -webkit-border-vertical-spacing: 2px; border-collapse: collapse; color: #333333; float: none; font-size: 12px; font-weight: normal; line-height: normal; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; text-align: justify; text-indent: 6px; word-spacing: 0em;"><span style="color: black; font-size: 10pt;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Ed è sempre notevole che sia un lettore, molto più efficacemente di tanti commentatori professionisti, a centrare il "latente" della deriva politico-culturale italiana, riassumendo mille interrogativi in un'unica sentenza. Il signor Baruffaldi semplicemente domandava al giornale del 2 novembre (senza purtroppo avere una risposta): "E' possibile che un individuo si ammali a causa del clima culturale dell'epoca?".</span></span></div><div style="-webkit-border-horizontal-spacing: 2px; -webkit-border-vertical-spacing: 2px; border-collapse: collapse; color: #333333; float: none; font-size: 12px; font-weight: normal; line-height: normal; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; text-align: justify; text-indent: 6px; word-spacing: 0em;"><span style="font-size: 10pt;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="color: black;"></span></span></span></div><div style="-webkit-border-horizontal-spacing: 2px; -webkit-border-vertical-spacing: 2px; border-collapse: collapse; color: #333333; float: none; font-size: 12px; font-weight: normal; line-height: normal; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; text-align: justify; text-indent: 6px; word-spacing: 0em;"><span style="color: black; font-size: 10pt;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Per noi la sua domanda è pleonastica: sì, un clima politico-culturale ammalato non può non avere effetti sulla psiche dell'individuo, che non è una "bolla", ma è per sua natura sociale e interumana. Se politica e cultura sono violente nell'annullare la realtà, la verità, l'identità e la vita stessa della persona, quest'ultima può stare male. Dunque, il clima da abisso psicopatologico in cui viviamo può ammalare le menti, eccome! Gli esempi sono sotto i nostri occhi: omicidi reiterati, xenofobia dilagante, feudalizzazione sociale, oscurantismo religioso, spettacolarità del nulla e contestuale annullamento di ciò che è irrazionale, vitalità e fantasia.</span></span></div><div style="-webkit-border-horizontal-spacing: 2px; -webkit-border-vertical-spacing: 2px; border-collapse: collapse; color: #333333; float: none; font-size: 12px; font-weight: normal; line-height: normal; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; text-align: justify; text-indent: 6px; word-spacing: 0em;"><span style="font-size: 10pt;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="color: black;"></span></span></span></div><div style="-webkit-border-horizontal-spacing: 2px; -webkit-border-vertical-spacing: 2px; border-collapse: collapse; color: #333333; float: none; font-size: 12px; font-weight: normal; line-height: normal; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; text-align: justify; text-indent: 6px; word-spacing: 0em;"><span style="color: black;"><span style="font-size: 10pt;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">L'urgenza di capire i nessi tra la malattia mentale e una politica/cultura velenosa è la base del nostro laboratorio, nonché proprio del lavoro di queste settimane e le domande che gridano un'esigenza di risposta sono l'humus... interumano della nostra ricerca. </span></span><span style="font-size: 10pt;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Per ribellarsi, senza ammalarsi.</span></span></span><br />
<span style="color: black;"><span style="font-size: 10pt;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br />
</span></span></span></div>Psychèpolishttp://www.blogger.com/profile/05288038874532338361noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4174410893384795649.post-76171277487998649832010-10-27T20:20:00.001+02:002010-11-23T19:16:52.239+01:007. La violenza deve sempre stupire<div style="-webkit-border-horizontal-spacing: 2px; -webkit-border-vertical-spacing: 2px; border-collapse: collapse; color: #333333; float: none; font-size: 12px; font-weight: normal; line-height: normal; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; text-align: justify; text-indent: 6px; word-spacing: 0em;"><span style="font-size: 10pt;"><span style="color: black;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Per </span><strong style="color: #112544;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Lucetta Scaraffia</span></strong><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">, come scrive nel suo articolo "Se l'io è ridotto solo a pulsioni, la violenza non deve stupire" (</span><i><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Il Riformista</span></i><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">, 21 ottobre)</span><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">, gli istinti bestiali che abiterebbero dentro ognuno di noi, se non tenuti a bada da padri-chiesa-istituzioni, sfociano "naturalmente" in violenza.</span></span></span></div><div style="-webkit-border-horizontal-spacing: 2px; -webkit-border-vertical-spacing: 2px; border-collapse: collapse; color: #333333; float: none; font-size: 12px; font-weight: normal; line-height: normal; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; text-align: justify; text-indent: 6px; word-spacing: 0em;"><span style="color: black;"><span style="font-size: 10pt;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Il solito inganno catto-freudiano, tanto che l'ispirazione arriva alla nostra dallo psicologo dell'</span><em><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Osservatore Romano</span></em><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"> </span><strong style="color: #112544;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Claudio Risé</span></strong><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">, il quale a sua volta rimpiange "il venir meno della figura paterna come figura normativa" e "il sovvertimento di un intero ordine simbolico". Magari, perché no, dovrebbe arrivare un bel padre-prete (pedofilo) a salvarci?</span></span></span></div><div style="-webkit-border-horizontal-spacing: 2px; -webkit-border-vertical-spacing: 2px; border-collapse: collapse; color: #333333; float: none; font-size: 12px; font-weight: normal; line-height: normal; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; text-align: justify; text-indent: 6px; word-spacing: 0em;"><span style="font-size: 10pt;"><span style="color: black;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Ma il meglio della commentatrice psico-vaticanista sboccia nella sua analisi dei recenti delitti mediatici: "l'amore esagerato per il cane" (nel caso del tassista milanese) e "il culto del corpo, l'investimento nel body building" (nell'omicidio dell'infermiera romena), sarebbero i moventi dell'omicidio. E una "soggettività debordante", "un'attenzione maniacale a se stessi", dunque il super-ego di una società secolarizzata, le cause del passaggio all'atto violento... Tutto fuorché pronunciare le parole-tabù: malattia mentale. Tutto fuorché riconoscere che l'unica "pulsione" in grado di spiegare la violenza: la" pulsione di annullamento", scoperta e teorizzata da </span><strong style="color: #112544;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Massimo Fagioli</span></strong><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"> negli anni '70.</span></span></span></div><div style="-webkit-border-horizontal-spacing: 2px; -webkit-border-vertical-spacing: 2px; border-collapse: collapse; color: #333333; float: none; font-size: 12px; font-weight: normal; line-height: normal; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; text-align: justify; text-indent: 6px; word-spacing: 0em;"><span style="font-size: 10pt;"><span style="color: black;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">La tossicità degli pseudo-sapienti che occupano i giornali con i loro commenti sta infatti nel non voler vedere che le pulsioni diventano distruttive per via di rapporti interumani malati; ma che possono essere "curate", dato che gli esseri umani sono sani alla nascita. Il terrorismo del potere "culturale", </span><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">che ci vorrebbe tutti criminali,</span><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"> è di voler "gestire la società dalle sue pulsioni negative", tramandare di generazione in generazione l'idealizzazione della "castrazione come unica sopravvivenza", come proprio Fagioli preconizzava trent'anni fa in quella miniera d'oro attualissima che è il suo "</span><i><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Bambino donna e trasformazione dell'uomo</span></i></span><span style="color: black;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">".</span></span></span><br />
<span style="font-size: 10pt;"><span style="color: black;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br />
</span></span></span></div>Psychèpolishttp://www.blogger.com/profile/05288038874532338361noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4174410893384795649.post-26241801776396044402010-10-23T21:18:00.002+02:002010-11-23T19:17:16.305+01:006. Difendersi da una "Cultura" che avvelena<div style="-webkit-border-horizontal-spacing: 2px; -webkit-border-vertical-spacing: 2px; border-collapse: collapse; color: #333333; float: none; font-size: 12px; font-weight: normal; line-height: normal; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; text-align: justify; text-indent: 6px; word-spacing: 0em;"><span style="color: black;"><span style="font-size: 10pt;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Questa settimana dovremmo prendercela un po' con tutti: </span><strong style="color: #112544;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Lucetta Scaraffia</span></strong><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"> e </span><strong style="color: #112544;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Claudio Risé</span></strong><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">, </span><strong style="color: #112544;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Adriano Sofri</span></strong><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"> e </span><strong style="color: #112544;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Francesco Piccolo</span></strong><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">, </span><strong style="color: #112544;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Elena Dusi</span></strong><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"> e </span><strong style="color: #112544;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Carlo Picozza</span></strong><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">, e poi ancora </span><strong style="color: #112544;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Umberto Galimberti</span></strong><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">, </span><strong style="color: #112544;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Pietro Citati</span></strong><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">, </span><strong style="color: #112544;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Emanuele Severino</span></strong><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"> e </span><strong style="color: #112544;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Umberto Eco</span></strong><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">. Sono decisamente troppi, non ce la faremmo in queste poche righe, ma ci proveremo comunque nelle prossime settimane, affrontandoli uno ad uno.</span></span></span></div><div style="-webkit-border-horizontal-spacing: 2px; -webkit-border-vertical-spacing: 2px; border-collapse: collapse; color: #333333; float: none; font-size: 12px; font-weight: normal; line-height: normal; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; text-align: justify; text-indent: 6px; word-spacing: 0em;"><span style="color: black;"><span style="font-size: 10pt;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Per adesso li includiamo sotto una sola categoria, che a loro farà pure piacere, ma che a noi piace sempre meno per il suo alto contenuto di tossicità: CULTURA. Quella che ci viene propinata quotidianamente dai giornali; quella che ritiene di possedere in tasca ogni verità; quella che plagia, inculca, pedagogizza, didascalizza, pontifica, monopolizza, devia o cerca di deviare le nostre menti.</span></span></span></div><div style="-webkit-border-horizontal-spacing: 2px; -webkit-border-vertical-spacing: 2px; border-collapse: collapse; color: #333333; float: none; font-size: 12px; font-weight: normal; line-height: normal; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; text-align: justify; text-indent: 6px; word-spacing: 0em;"><span style="color: black;"><span style="font-size: 10pt;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Ci vuole tanta resistenza e la certezza-esperienza di un'altra realtà umana, per rifiutare ogni mattina il martellamento di questa cultura dominante perversa, che ci vorrebbe tutti malati originariamente, dalla nascita. Tutti criminali e malefici peccatori, dall'origine. Controllati semmai dalla coscienza o dalla fede.</span></span></span></div><div style="-webkit-border-horizontal-spacing: 2px; -webkit-border-vertical-spacing: 2px; border-collapse: collapse; color: #333333; float: none; font-size: 12px; font-weight: normal; line-height: normal; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; text-align: justify; text-indent: 6px; word-spacing: 0em;"><span style="color: black;"><span style="font-size: 10pt;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Una cultura che sguazza felice in un teorema catto-freudiano e che da decenni, se non da secoli e millenni, con l'ineluttabilità di una natura umana violenta, sancisce l'autorità delle istituzioni, sacre e non, che terrebbero a bada i nostri </span><i><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">istinti animaleschi</span></i><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">. Una cultura che, da qualsiasi angolo la si osservi, lavora instancabile per convincerci che il Male è dentro ognuno di noi, per prospettarci un destino di marionette obbedienti e identificate, per smarrire la creatività, la vitalità, la fantasia e la sanità degli esseri umani e </span><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">soprattutto soprattutto</span><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"> convincerci che nessuna trasformazione sia possibile.</span></span></span><br />
<span style="color: black;"><span style="font-size: 10pt;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br />
</span></span></span></div>Psychèpolishttp://www.blogger.com/profile/05288038874532338361noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4174410893384795649.post-65720888112447717622010-10-18T19:02:00.003+02:002010-11-23T19:17:45.591+01:005. Trattati come cani<div style="-webkit-border-horizontal-spacing: 2px; -webkit-border-vertical-spacing: 2px; border-collapse: collapse; color: #333333; float: none; font-size: 12px; font-weight: normal; line-height: normal; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; text-align: justify; text-indent: 6px; word-spacing: 0em;"><span style="font-size: 10pt;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Dalla lettura di "Cani. Sono i migliori amici dello psichiatra" (</span><b><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Elena Dusi</span></b><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">, la Repubblica 18.10.10) si evince che, oltre a chi vuole diventare una star di Hollywood, si potrebbe consigliare di andare in California anche a chi voglia intraprendere una brillante carriera in neuropsichiatria.</span></span></div><div style="-webkit-border-horizontal-spacing: 2px; -webkit-border-vertical-spacing: 2px; border-collapse: collapse; color: #333333; float: none; font-size: 12px; font-weight: normal; line-height: normal; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; text-align: justify; text-indent: 6px; word-spacing: 0em;"><span style="font-size: 10pt;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"> I più avanguardistici studi sulla mente umana vengono da lì e l'ultimo in ordine di tempo è la rappresentazione di questo primato, conteso soltanto dai</span><b><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"> </span><span class="Apple-style-span" style="font-weight: normal;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">tedeschi di Jena</span></span></b><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">.</span></span></div><div style="-webkit-border-horizontal-spacing: 2px; -webkit-border-vertical-spacing: 2px; border-collapse: collapse; color: #333333; float: none; font-size: 12px; font-weight: normal; line-height: normal; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; text-align: justify; text-indent: 6px; word-spacing: 0em;"><span style="font-size: 10pt;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Dopo le pecore sognatrici germaniche, infatti, e la scoperta californiana di un'attività neurale nei moscerini - entrambi gli animali molto liberamente associati all'essere umano - dalla patria di Schwarzenegger e Rambo adesso arrivano i cani pazzi: attraverso lo studio dei più fedeli amici dell'uomo, l'Università di San Francisco ha appena decretato che siamo come loro.</span></span></div><div style="-webkit-border-horizontal-spacing: 2px; -webkit-border-vertical-spacing: 2px; border-collapse: collapse; color: #333333; float: none; font-size: 12px; font-weight: normal; line-height: normal; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; text-align: justify; text-indent: 6px; word-spacing: 0em;"><span style="font-size: 10pt;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Stesse malattie mentali, stesse cure farmacologiche. Così, proprio mentre le case psicofarmaceutiche americane rischiano la chiusura per l'inefficacia dei trattamenti organistici delle malattie mentali, ecco che nuova linfa potrebbe arrivare loro dall'osservazione di Fido e Pluto.</span></span></div><div style="-webkit-border-horizontal-spacing: 2px; -webkit-border-vertical-spacing: 2px; border-collapse: collapse; color: #333333; float: none; font-size: 12px; font-weight: normal; line-height: normal; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; text-align: justify; text-indent: 6px; word-spacing: 0em;"><span style="font-size: 10pt;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Questo, dunque, lo stato dell'arte della psichiatria mondiale: non potendo ammettere il fallimento pressoché totale del trattamento farmacologico nella cura della malattia mentale, non sapendo che pesci pigliare nemmeno da un punto di vista psicoterapeutico, ancora legati come sono a Freud e ai suoi derivati, gli scienziati del cervello si riducono a fare bau bau. Mentre sono i malati di mente, ancora e sempre, a essere trattati come can</span></span><span style="font-size: 10pt;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">i</span></span><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">.</span><br />
<span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br />
</span></div>Psychèpolishttp://www.blogger.com/profile/05288038874532338361noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4174410893384795649.post-21942041118766932482010-09-29T20:54:00.002+02:002010-11-23T19:16:14.742+01:004. "Housegate" e gargarismi<div style="-webkit-border-horizontal-spacing: 2px; -webkit-border-vertical-spacing: 2px; border-collapse: collapse; color: #333333; float: none; font-size: 12px; font-weight: normal; line-height: normal; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; text-align: justify; text-indent: 6px; word-spacing: 0em;"><span style="font-size: 10pt;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Gli storici del futuro ci spiegheranno tra un ventennio a che punto siamo ridotti, all’alba di questi anni Dieci, se per mesi la nostra attenzione è stata indotta, forzata sul pensile da cucina di una presunta residenza monegasca del Presidente della Camera, se sia stato o meno acquistato da Scavolini o da Merloni; e se il citofono sia stato riparato e da quale elettricista, e chi siano i veri vicini di casa del cognato: occasione, questa, per conoscere ogni parentela di </span><b><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Gianfranco Fini</span></b><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">, diretta e indiretta, compresi gli ex fidanzati della sua compagna.</span></span></div><div style="-webkit-border-horizontal-spacing: 2px; -webkit-border-vertical-spacing: 2px; border-collapse: collapse; color: #333333; float: none; font-size: 12px; font-weight: normal; line-height: normal; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; text-align: justify; text-indent: 6px; word-spacing: 0em;"><span style="font-size: 10pt;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"> Il nuovo </span><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">“Housegate”</span><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"> condito in salsa italo-caraibica sarebbe mirato a fare fuori un (falso) oppositore, ex fascista del Msi e attuale del Pdl, per ridurci al misero orizzonte di un governo di destra contrapposto a una opposizione di destra.</span></span></div><div style="-webkit-border-horizontal-spacing: 2px; -webkit-border-vertical-spacing: 2px; border-collapse: collapse; color: #333333; float: none; font-size: 12px; font-weight: normal; line-height: normal; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; text-align: justify; text-indent: 6px; word-spacing: 0em;"><span style="font-size: 10pt;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">E ciò avviene mentre già subiamo quell’altro quotidiano teatrino di cartapesta verde dove, tra donne ovviamente seminude e rampanti lumbard ritardati, un malato di mente urla gargarismi post-ictus xenofobi e campanilisti, debitamente tradotto, decodificato, sottotitolato da media consenzienti. Un italiano incomprensibile ai più, il suo, che forse è già la lingua che si insegnerà nelle scuole baciate dal</span><b><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"> <span class="Apple-style-span" style="font-weight: normal;"><i>Sole delle Alpi</i></span></span></b><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><i>.</i></span></span></div><div style="-webkit-border-horizontal-spacing: 2px; -webkit-border-vertical-spacing: 2px; border-collapse: collapse; color: #333333; float: none; font-size: 12px; font-weight: normal; line-height: normal; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; text-align: justify; text-indent: 6px; word-spacing: 0em;"><span style="font-size: 10pt;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Annaspiamo </span><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">in pieno Bar sport</span><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">, nel delirio di una enorme tifoseria monocolore che finge di giocare contro se stessa, ma senza arbitri. Abbiamo già girato le televisioni “a reti unificate” contro il muro, come un tempo suggeriva <b>Boris Vian</b>, ma siamo comunque, ovunque inseguiti dagli strilloni dell’informazione dell’unico eterno giornale editore server testata.</span></span></div><div style="-webkit-border-horizontal-spacing: 2px; -webkit-border-vertical-spacing: 2px; border-collapse: collapse; color: #333333; float: none; font-size: 12px; font-weight: normal; line-height: normal; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; text-align: justify; text-indent: 6px; word-spacing: 0em;"><span style="font-size: 10pt;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Da questo affanno, intravediamo</span><b><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"> <span class="Apple-style-span" style="font-weight: normal;">il nuovo simbolo della Sinistra</span></span></b><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">: incudine e martello. Sulla sigla da metterci in mezzo, stanno ancora litigando.</span></span><br />
<span style="font-size: 10pt;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br />
</span></span></div>Psychèpolishttp://www.blogger.com/profile/05288038874532338361noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4174410893384795649.post-83289432224495830042010-09-24T21:30:00.004+02:002010-11-22T20:52:28.609+01:003. Clandestino Day<div style="-webkit-border-horizontal-spacing: 2px; -webkit-border-vertical-spacing: 2px; border-collapse: collapse; color: #333333; float: none; font-size: 12px; font-weight: normal; line-height: normal; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; text-align: justify; text-indent: 6px; word-spacing: 0em;"><span style="font-size: 10pt;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Oggi, in occasione del Clandestino Day</span></span><span class="Apple-style-span" style="font-size: 13px;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">,</span><b><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"> </span></b><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">si potrebbe partire da una riflessione sul linguaggio. Quello che bandisce, fomenta diffidenza e xenofobia, sposta lentamente il senso comune tra un “noi” e degli pseudo “altri”.</span></span></div><div style="-webkit-border-horizontal-spacing: 2px; -webkit-border-vertical-spacing: 2px; border-collapse: collapse; color: #333333; float: none; font-size: 12px; font-weight: normal; line-height: normal; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; text-align: justify; text-indent: 6px; word-spacing: 0em;"><span style="font-size: 10pt;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">“Clandestino” è una di queste parole-muro, parole-arma. Sembra innocua, soltanto “mediatica” e abusata sui giornali italiani, invece evoca segretezza, ombra, legami con la criminalità… Citiamo dall’appello di Giornalisti Contro il Razzismo: "Viene utilizzata per indicare persone straniere che per varie ragioni non sono in regola, in tutto o in parte, con le norme nazionali sui permessi di soggiorno, per quanto vivano alla luce del sole, lavorino, conducano esistenze 'normali'".</span></span></div><div style="-webkit-border-horizontal-spacing: 2px; -webkit-border-vertical-spacing: 2px; border-collapse: collapse; color: #333333; float: none; font-size: 12px; font-weight: normal; line-height: normal; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; text-align: justify; text-indent: 6px; word-spacing: 0em;"><span style="font-size: 10pt;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Sono così definite "clandestine" persone che non sono riuscite</span><b><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"> </span><span class="Apple-style-span" style="font-weight: normal;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">a ottenere il permesso di soggiorno o a rinnovarl</span></span></b><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">o a causa dell’impraticabile burocrazia italiana, altre che sono entrate in Italia con un visto turistico poi scaduto. Peggio, sono a grande maggioranza rifugiati, profughi, richiedenti asilo e in attesa di una risposta alla loro richiesta, o ancora sfollati in fuga da guerre o disastri naturali.</span></span></div><div style="-webkit-border-horizontal-spacing: 2px; -webkit-border-vertical-spacing: 2px; border-collapse: collapse; color: #333333; float: none; font-size: 12px; font-weight: normal; line-height: normal; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; text-align: justify; text-indent: 6px; word-spacing: 0em;"><span style="font-size: 10pt;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">E’ sempre possibile evitare questa parola </span><b><span class="Apple-style-span" style="font-weight: normal;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">stigmatizzante</span></span><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"> </span></b><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">e usarne un’altra, come afferma questo appello e anche la ancora poco rispettata dai giornalisti “Carta deontologica di Roma sui richiedenti asilo, rifugiati, vittime della tratta e migranti”.</span></span></div><div style="-webkit-border-horizontal-spacing: 2px; -webkit-border-vertical-spacing: 2px; border-collapse: collapse; color: #333333; float: none; font-size: 12px; font-weight: normal; line-height: normal; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; text-align: justify; text-indent: 6px; word-spacing: 0em;"><span style="font-size: 10pt;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Inoltre “clandestino” non significa niente: un’infrazione amministrativa non definisce un uomo. E, visto che ci siamo, mettiamo anche al bando le parole “vu cumprà”, “extracomunitario”, “nomadi”, “zingari, “barbari”… e teniamo gli esseri umani!</span></span></div><div style="-webkit-border-horizontal-spacing: 2px; -webkit-border-vertical-spacing: 2px; border-collapse: collapse; color: #333333; float: none; font-size: 12px; font-weight: normal; line-height: normal; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; text-align: justify; text-indent: 6px; word-spacing: 0em;"><span style="font-size: 10pt;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br />
</span></span></div>Psychèpolishttp://www.blogger.com/profile/05288038874532338361noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4174410893384795649.post-20220902048830364602010-09-15T20:39:00.005+02:002010-11-22T20:44:05.355+01:002. Se la Mostra del cinema premia la reality<div style="-webkit-border-horizontal-spacing: 2px; -webkit-border-vertical-spacing: 2px; border-collapse: collapse; color: #333333; float: none; font-family: Geneva, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12px; font-weight: normal; line-height: normal; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; text-align: justify; text-indent: 6px; word-spacing: 0em;"><span style="font-size: 10pt;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">C'è qualcosa di marcio a Venezia. Altrimenti "Somewhere"</span><b><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"> </span></b><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">di</span><b><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"> S</span></b></span><span class="Apple-style-span" style="font-size: 13px;"><b><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">ofia Coppola </span></b><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">non si sarebbe aggiudicato il Leone d'oro. Intanto il film non dice davvero niente. A cominciare dal soggetto da due righe: un attore famoso di Hollywood consuma la sua vita tra alcool, aspiranti starlette che gli si offrono a ogni angolo, medicine ingurgitate un po' a caso, giri a vuoto con la sua supermacchina nera, fino a che non si ricorda di avere una figlia che, con la sua presenza lieve ma integerrima, finalmente lo redime. I rari dialoghi, poi, sono perfettamente banali, vuoti.</span></span></div><div style="-webkit-border-horizontal-spacing: 2px; -webkit-border-vertical-spacing: 2px; border-collapse: collapse; color: #333333; float: none; font-size: 12px; font-weight: normal; line-height: normal; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; text-align: justify; text-indent: 6px; word-spacing: 0em;"><span style="font-size: 10pt;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">E il modo di raccontare la storia è piatto, realistico, senza immagini (a parte una o due, a voler essere pietosi: la bambina che pattina sul ghiaccio che probabilmente avvolge anche suo padre e quest'ultimo che frigna telefonicamente la sua nullità all'indirizzo della ex moglie). A un certo punto sembra di assistere alla nuova edizione del Grande Fratello, versione italo-americana: l'attore assiste svogliatamente a reiterati spettacoli di lap dance a domicilio, si addormenta ubriaco in due momenti pseudoerotici, si alza con i postumi della sbornia almeno per tre volte (e infatti lo vediamo bere birre e superalcolici a ripetizione), fa la doccia e si lava i denti, vaga con il suo bolide senza che la regista ci risparmi una sola curva e un solo cartello stradale, rimorchia tante donne molto disponibili (è anche un po' misogino questo film).</span></span></div><div style="-webkit-border-horizontal-spacing: 2px; -webkit-border-vertical-spacing: 2px; border-collapse: collapse; color: #333333; float: none; font-size: 12px; font-weight: normal; line-height: normal; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; text-align: justify; text-indent: 6px; word-spacing: 0em;"><span style="font-size: 10pt;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">E tutto è descritto pedissequamente per farci capire nientemeno che il divo è depresso, che la sua vita a Los Angeles non è l'oro luccicante che noi poveri mortali immaginiamo e ogni sua frase sembra essere studiata per rimandare a qualcosa, tenendoci tutti con il fiato sospeso: invece no. Quel qualcosa è niente. Oppure ha già detto tutto, dai primissimi fotogrammi. E quel tutto è appunto: niente. Insomma, perché "Somewhere" vince a Venezia?</span></span></div><div style="-webkit-border-horizontal-spacing: 2px; -webkit-border-vertical-spacing: 2px; border-collapse: collapse; color: #333333; float: none; font-size: 12px; font-weight: normal; line-height: normal; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; text-align: justify; text-indent: 6px; word-spacing: 0em;"><span style="font-size: 10pt;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Perché in tanti colleghi già si allineano compatti per sponsorizzare il verdetto della giuria, in un rimando di sbrodolamenti e di timori reverenziali? Perché si vuole mandare la gente a vederlo facendo finta che si tratti di un film impegnato soltanto perché è lento, di un film poetico perché parlano tutti poco? Perché quella stessa gente dovrà uscire dalla sala "credendo" che il film gli sia piaciuto perché sicuramente dietro quel "film-poesia" (come ha osato definirlo </span><b><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Roberto Silvestri</span></b><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"> sul Manifesto!) c'è un messaggio segreto?</span></span></div><div style="-webkit-border-horizontal-spacing: 2px; -webkit-border-vertical-spacing: 2px; border-collapse: collapse; color: #333333; float: none; font-size: 12px; font-weight: normal; line-height: normal; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; text-align: justify; text-indent: 6px; word-spacing: 0em;"><span style="font-size: 10pt;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">E perché, infine, un altro critico come </span><b><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Paolo D'Agostini</span></b><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;"> su Repubblica, per stroncare la "Tempesta" di </span><b><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Julie Taymor</span></b><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">, vuole sottolineare che "siamo dalle parti degli esercizi da ammirare ma ci piace di più il cinema che sentiamo più vicino a noi" (noi chi?), quasi a dire che dobbiamo restare a storie che non ci facciano pensare, che non ci facciano sognare e immaginare, che parlino il "nostro" linguaggio (nostro di chi?)? Una risposta, inconsapevolmente, ce l'ha data proprio uno spettatore di "Somewhere", fuori dalla sala: "Mi è piaciuto, mi sono fatto cullare da questo nulla".</span></span></div><div style="-webkit-border-horizontal-spacing: 2px; -webkit-border-vertical-spacing: 2px; border-collapse: collapse; color: #333333; float: none; font-family: Geneva, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12px; font-weight: normal; line-height: normal; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; text-align: justify; text-indent: 6px; word-spacing: 0em;"><span style="font-size: 10pt;"><span class="Apple-style-span" style="font-family: Verdana, sans-serif;">Ecco, se dobbiamo passare da una realtà di routine, lavoro, traffico, rapporti umani azzerati, violenza, indifferenza, qualunquismo politico al reality-chic nel cinema, al red-carpet dell'anaffettività, allo stereotipo in cinemascope della nostra tv di veline e berlusconi, allora forse è meglio che rimaniamo a casa, possibilmente a telecamere e cineprese spente.</span></span></div><div style="-webkit-border-horizontal-spacing: 2px; -webkit-border-vertical-spacing: 2px; border-collapse: collapse; color: #333333; float: none; font-family: Geneva, Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 12px; font-weight: normal; line-height: normal; margin-top: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px; text-align: justify; text-indent: 6px; word-spacing: 0em;"><span style="font-family: arial, helvetica, sans-serif; font-size: 10pt;"><br />
</span></div>Psychèpolishttp://www.blogger.com/profile/05288038874532338361noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4174410893384795649.post-38190232301156017312010-09-07T21:42:00.001+02:002010-11-22T13:53:01.613+01:001. Fuori il "diverso" dalla società degli "uguali"<div style="text-align: justify;"><span style="color: black; font-family: Verdana; font-size: 10pt;">In questa estate fangosa, un parallelismo inquietante tra le notizie continue di omicidi contro le donne e l'ondata xenofoba che ha caratterizzato cronaca e politica, pone con forza una domanda nuova. Non sarebbe da evidenziare il nesso invisibile, sotterraneo, tra la violenza contro le donne e quella nei confronti degli immigrati? Non sarebbe infatti un annullamento, pressoché identico, contro il diverso da sé? </span><span style="font-family: Verdana;"></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="color: black; font-family: Verdana; font-size: 10pt;">Nel primo caso, a venirci in mente non è certo "la brusca mutazione antropologica" dei rapporti tra i sessi ricordata da <b>Luigi Cancrini</b> (l'Unità, 6 settembre), né la normale dialettica sulla parità che secondo lo psichiatra sarebbe "un elemento di conflitto alla base di molti dei delitti più gravi". Piuttosto, si dovrebbe affermare senza ombra di dubbio, ed è paradossale che tocchi a noi farlo, che, se un uomo arriva ad ammazzare una donna, si tratta di malattia mentale, e che semmai questa va individuata partendo proprio dalla "pulsione di annullamento" (<b>Massimo Fagioli</b>).</span><span style="font-family: Verdana;"><span style="font-size: x-small;"><span style="color: #333333;"> </span></span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="color: black; font-family: Verdana; font-size: 10pt;">Nel caso degli immigrati, l'accanimento appare semmai sotto altre forme, che vanno dall'insulto, alle botte o al respingimento, quando non all'eliminazione fisica, ma la sostanza dell'annullamento del diverso è la stessa. Sfociato negli ultimi mesi, nell'accesso delirante di propaganda politica e culturale, dalla Francia all'Italia, di una "necessaria" espulsione di qualche centinaio di rom (figura che rappresenta il diverso per antonomasia), come se quella fosse la soluzione ai mali della società occidentale. </span><span style="font-family: Verdana;"></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="color: black; font-family: Verdana; font-size: 10pt;">Parallelismo inquietante, forse. Ma come non cogliere che sia la donna, sia l'immigrato, propongono una immagine irrazionale e sconosciuta? Sradicare ogni "diverso" dalla società degli "uguali" porterà soltanto a specchiarsi in una figura monocromatica, maschile, razionale. Praticamente un mostro</span><span style="color: black; font-size: 10pt;"><span style="font-family: Arial;">.</span></span><br />
<span style="color: black; font-size: 10pt;"><span style="font-family: Arial;"><br />
</span></span></div>Psychèpolishttp://www.blogger.com/profile/05288038874532338361noreply@blogger.com0