di Flore Murard-Yovanovitch e Paolo Izzo

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lunedì 18 ottobre 2010

5. Trattati come cani

Dalla lettura di "Cani. Sono i migliori amici dello psichiatra" (Elena Dusi, la Repubblica 18.10.10) si evince che, oltre a chi vuole diventare una star di Hollywood, si potrebbe consigliare di andare in California anche a chi voglia intraprendere una brillante carriera in neuropsichiatria.
 I più avanguardistici studi sulla mente umana vengono da lì e l'ultimo in ordine di tempo è la rappresentazione di questo primato, conteso soltanto dai tedeschi di Jena.
Dopo le pecore sognatrici germaniche, infatti, e la scoperta californiana di un'attività neurale nei moscerini - entrambi gli animali molto liberamente associati all'essere umano - dalla patria di Schwarzenegger e Rambo adesso arrivano i cani pazzi: attraverso lo studio dei più fedeli amici dell'uomo, l'Università di San Francisco ha appena decretato che siamo come loro.
Stesse malattie mentali, stesse cure farmacologiche. Così, proprio mentre le case psicofarmaceutiche americane rischiano la chiusura per l'inefficacia dei trattamenti organistici delle malattie mentali, ecco che nuova linfa potrebbe arrivare loro dall'osservazione di Fido e Pluto.
Questo, dunque, lo stato dell'arte della psichiatria mondiale: non potendo ammettere il fallimento pressoché totale del trattamento farmacologico nella cura della malattia mentale, non sapendo che pesci pigliare nemmeno da un punto di vista psicoterapeutico, ancora legati come sono a Freud e ai suoi derivati, gli scienziati del cervello si riducono a fare bau bau. Mentre sono i malati di mente, ancora e sempre, a essere trattati come cani.

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