di Flore Murard-Yovanovitch e Paolo Izzo

di Flore Murard-Yovanovitch e Paolo Izzo



domenica 13 febbraio 2011

12. "Se non ora, quando?" Ogni giorno!

Oggi scendiamo in piazza, insieme a tanti altri uomini e donne, ma l'ultima delle nostre motivazioni è il "bunga bunga" di Berlusconi.
La prima, reale, secolare, irrisolta motivazione, che ogni giorno suscita la nostra ribellione, è la diffusa quotidiana invisibile violenza psichica e fisica contro la donna, ovunque nel mondo e in Italia.


Ecco una lista sicuramente non esaustiva delle donne per cui verrebbe da manifestare ogni giorno:
per la donna violentata dalla pazzia maschile, nell'indifferenza dei passanti;
per la ragazza che ha paura di notte a tornare a casa da sola;
per la moglie o figlia ammazzata da suo marito o padre, perché da sempre considerata una sua proprietà;
per la prostituta nigeriana, vittima della tratta e dell'ipocrisia del "padre di famiglia" che la cerca tra i cespugli del lungomare;
per la ragazza dell'Est, senza nome, ignota e a volte trovata morta in un bosco; 
per la badante che pulisce, senza diritti né cittadinanza, i culi dei nostri vecchi;
per la lavoratrice sottostimata, mal pagata e derubata della sua carriera;
per la donna incinta senza volerlo, che decida di abortire e che si trovi di fronte il muro cattolico e violento di un medico "obiettore di coscienza";
per la ragazza cui il farmacista nega un diritto, non consegnandole la pillola del giorno dopo, né quella del giorno prima;
per la bambina mutilata dei suoi organi genitali e del piacere sessuale, prima ancora di avere l'età di ribellarsi ad una malata "tradizione" della comunità;
per l'africana che ha rischiato il mare e le dittature e i militari e le carceri e che, non appena approdata,  viene chiamata "clandestina" e rimpatriata verso l'orrore;
per la ragazza molestata sul lavoro dal suo capo-padrone, in strada da un qualunque sconosciuto, nel negozio dal venditore;
per la donna che nel traffico, ogni giorno, qualunque maschio si sente nel diritto incontrastato di lanciarle un "bella, dove ti porto?" quando non un "mignotta!", soltanto perché quel giorno è allegra e, per festeggiare la primavera, ha scelto la minigonna;
per la donna sola, ritenuta più "facile" preda e abbordabile; 
per la minorenne, filippina, brasiliana, thailandese, ecc. vittima dell'ignobile "turista" occidentale;
per la donna che non ha la possibilità di accedere alla fecondazione assistita;
per la bambina che si fidava del parroco… pedofilo.

Perché non è a partire da questi ultimi vent'anni che la donna è vista come un oggetto, ma è un millenario annullamento di Stati e Chiesa, filosofi e politici, che hanno teorizzato l'inferiorità della donna. I berluschini di oggi sono soltanto gli epigoni, gli "utilizzatori finali" di una storia culturale dalle radici antichissime, segnata dalla violenza psichica e fisica contro la donna, per cui una schizofrenica gelosia diventava "delitto d'onore", l'abuso di una figlia normale è esercizio della "patria potestà", il battesimo e il catechismo sarebbero l'estirpazione del diavolo dal corpo e dalla mente di una giovane innocente… Mentre manca oggi, ancora vistosamente, in Italia quella "dignità" che in realtà si chiama libertà incontrastata della donna di parlare, esprimersi, andare in bicicletta, vestirsi come le piace, prendere il sole in spiaggia, vivere la propria identità profonda, amare. 
Sempre destinata a soccombere ad una cultura monosessuale…

Ma oggi, finalmente, sembra risvegliarsi l'eterna immagine della donna ribelle che afferma il rifiuto di quella condizione storica e la propria identità-vitalità rivoluzionaria. 
Queste piazze devono essere, non mera fisicità, ma riscatto della psiche libera e certezza della possibilità di trasformazione, per ridare linfa a questo Paese malato e addormentato. 
E aprire un nuovo capitolo di rapporti uomo-donna sani e irrazionali: interumanesimo nonviolento che sia fantasia, creatività, realizzazione di identità umana.

Flore Murard-Yovanovitch e Paolo Izzo

1 commento:

  1. Manifestare ogni giorno per la donna che è la nostra immagine interna che ci dà movimento e vita

    Gian Carlo Zanon

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